Tina Modotti. Donne, Messico e Libertà - Palazzo Ducale,
Loggia degli Abati, Piazza Giacomo Matteotti, 9 - Genova
Mostra
in corso dal 8 aprile al 9 ottobre 2022
A Palazzo Ducale apre una grande mostra dedicata alla fotografa Tina Modotti, artista versatile e anticonformista che seppe usare l'obiettivo per denuncie sociali ancora attuali.
«Ogni volta che si usano le parole "arte" o "artista" in relazione ai miei lavori fotografici, avverto una sensazione sgradevole dovuta senza dubbio al cattivo impiego che si fa di tali termini. Mi considero una fotografa, e niente altro.»
- Tina Modotti
Comunicato stampa della Mostra Tina Modotti. Donne, Messico e Libertà
Tra le più grandi interpreti femminili dell’avanguardia artistica del secolo scorso, Tina Modotti
espresse la sua idea di libertà attraverso la fotografia e l’impegno civile, diventando icona del
Paese che l’aveva accolta ma trascendendo ben presto i confini del Messico nella sua pur breve
vita, per essere così riconosciuta sulla scena artistica mondiale. Ancora oggi Tina Modotti
rimane il simbolo di una donna emancipata e moderna, la cui arte è indissolubilmente legata
all’impegno sociale.
In esposizione un centinaio di fotografie, stampe originali ai sali d'argento degli anni Settanta
realizzate a partire dai negativi di Tina, che Vittorio Vidali consegnò al fotografo Riccardo
Toffoletti, il quale fu protagonista della sua riscoperta, oltre a lettere e documenti conservati
dalla sorella Jolanda, e video per un racconto affascinante, che avvicinerà il pubblico a questo
spirito libero, che attraversò miseria e fama, arte e impegno politico e sociale, arresti e
persecuzioni, ma che suscitò anche un’ammirazione sconfinata per il pieno e costante rispetto
di sé stessa, del suo pensiero, e della sua libertà.
Assunta Adelaide Luigia Modotti Mondini, abbreviata in Tina Modotti (Udine, 1896 – Città del
Messico, 1942), fu una fotografa, attivista e attrice italiana.
È considerata una delle più grandi fotografe dell'inizio del XX secolo, nonché una figura di
grande fascino del movimento comunista e della fotografia mondiale. Le fotografie da lei
scattate in Messico, dove si trasferì, illustrano la sua militanza politica, umana e politico-sociale.
La sua creatività, espressa nei pochi anni che potrà dedicare alla fotografia, racconta
pienamente uno spirito libero e anticonformista che anima il corpo di una bellezza mozzafiato,
alla quale lei stessa assegnerà ben poca importanza.
Vivrà negli Stati Uniti, in Messico, in Russia e in un’Europa degli anni ’30, profondamente divisa
tra fascismo e antifascismo. Si impegnerà in prima linea per portare soccorso alle vittime civili
di conflitti come la Guerra di Spagna, condividerà in questi stessi anni la propria vita con
Vittorio Vidali e, al contrario del suo compagno, non potrà mai tornare alla sua amata terra
natale (Udine) a causa delle sue attività antifasciste e di una morte prematura avvenuta
nell’esilio messicano ad appena 46 anni, alla quale resero omaggio artisti come Picasso, Rafael
Alberti e Pablo Neruda che le dedicò una celebre poesia.
La sua riscoperta inizierà negli Anni Settanta grazie a Vidali, che rientrato in Italia e divenuto
poi senatore, inizierà a scrivere di Tina e a rendere pubblico il suo lascito artistico, forte anche
di un interesse internazionale espresso dalla grande retrospettiva dedicata a Tina Modotti dal
Moma di New York, tenutasi nel 1977 in cui furono esposte quaranta fotografie. Con la nascita
del Comitato Tina Modotti e con l’apporto determinante di Vidali, si avvia la ricostruzione della
collezione al tempo più esaustiva delle sue opere e dei documenti che riguardano la sua vita
avventurosa.
Il tema della Libertà in Tina Modotti è essenzialmente legato alla sua poliedrica personalità, e
si sviluppa con una coerenza priva di compromessi nell’arco della sua intera esistenza, scandita
da capitoli che hanno incrociato la storia politica del mondo nell’arco della sua pur breve
esistenza.
Poverissima e costretta ad emigrare Tina avrebbe potuto seguire la carriera di attrice, e
sfruttare la sua bellezza per il facile ottenimento di agi economici. Ma la sua scelta di libertà la
porta invece verso lo studio, e l’approfondimento delle sue innate doti artistiche, coltivate nel
circolo delle frequentazioni del suo primo compagno - il pittore Robo - fino all’incontro con
Edward Weston, fotografo non ancora celebre che la inizia alle tecniche fotografiche.
Se Weston sarà il suo mentore, si deve a Tina la scelta di andare in Messico per condividere un
rinascimento artistico che poggiava su basi sociali e culturali nella particolare fase post
rivoluzionaria, nelle avanguardie estridentiste, nella frequentazione di pittori e poeti: da Frida
Kahlo a Diego Rivera, da José Clemente Orozco a David Alfaro Siqueiros. Tina seguirà i
primi passi di fotografi come Manuel Alvarez Bravo e la di lui moglie Lola, incrocerà la grande
fotografa Imogen Cunningham, poeti e scrittori come David Herbert Lawrence e
Mayakovsky, musicisti, un circolo di artisti sperimentali e liberi di cui Tina a Weston
diverranno in breve tempo figure di spicco.
Tina smetterà di essere attrice, ma non modella. Poserà per i grandi Muralisti, vivrà nei primi
anni messicani una libertà di pensiero totale che si rispecchierà nello stile di vita, nei suoi
comportamenti e nei suoi amori. Ma soprattutto si affrancherà rapidamente dallo stile di
Weston per affermare una sua arte, un suo modo di fotografare che nel tempo resterà unico e
verrà immediatamente riconosciuto a livello internazionale.
Artista, sublime e impegnata, Tina non esiterà ad abbandonare l’arte per il crescente impegno
nell’attivismo politico. A causa di questo verrà ingiustamente accusata di complicità
nell’assassinio del suo compagno, il giornalista cubano Mella, e poi di aver preso parte
all’attentato al presidente Messicano.
Tina verrà cacciata dal Messico; gli Stati Uniti l’avrebbero nuovamente accolta se avesse
rinunciato alle sue convinzioni politiche. Ma la sua libertà di pensiero e la sua coerenza spinta
al limite del rischio della sua stessa incolumità le fecero declinare l’offerta. Iniziò così una fase
da rifugiata politica che la portò in Germania, in Russia, e poi ad impegnarsi direttamente nella
guerra di Spagna in soccorso delle vittime del conflitto, con particolare attenzione ai bambini.
Al termine della guerra di Spagna Tina, affaticata nel corpo e nello spirito, verrà accolta
nuovamente in Messico, dove vivrà nell’ombra i suoi ultimi anni accanto a Vittorio Vidali.
Tina Modotti è oggi una fotografa che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia
contemporanea. I suoi celebri scatti compongono le collezioni dei più importanti musei del
mondo e la sua fama è planetaria, come dimostra il successo d’asta di uno dei suoi scatti
presenti in mostra (Prospettiva con fili elettrici, 1925) il cui originale è stato battuto all'asta
l’anno scorso per oltre 616.000 euro (Phillips, de Pury & Luxembourg, NY, aprile 2019).
Informazioni utili per la visita
Orari: lunedì dalle 14.00 alle 19.00. Martedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica dalle 10.00
alle
19.00 (ultimo ingresso
ore 18.00).
Venerdì dalle 100
alle
21.00 (ultimo ingresso ore 20.00).
Biglietti: intero € 12, ridotto € 10.
Telefono: +39.010.8171600
E-mail:
[email protected]
Sito web: Palazzo
Ducale |