Sabine Weiss. La poesia dell'istante - Palazzo Ducale,
Loggia degli Abati, Piazza Giacomo Matteotti, 9 - Genova
Mostra
in corso dal 18 novembre 2022 al 12 marzo 2023
Palazzo Ducale ospita un’ampia retrospettiva dedicata alla fotografa franco-svizzera Sabine Weiss, scomparsa all’età di 97 anni nella sua casa di Parigi lo scorso 28 dicembre 2021, tra le maggiori rappresentanti della fotografia umanista francese insieme a Robert Doisneau, Willy Ronis, Edouard Boubat, Brassaï e Izis.
Comunicato stampa della mostra Sabine Weiss. La poesia dell'istante
Unica fotografa donna del dopoguerra ad aver esercitato questa professione così a lungo e in
tutti i campi della fotografia – dai reportage ai ritratti di artisti, dalla moda agli scatti di strada con
particolare attenzione ai volti dei bambini, fino ai numerosi viaggi per il mondo – Sabine Weiss
ha partecipato attivamente alla costruzione di questo percorso espositivo, aprendo i suoi archivi
personali, conservati a Parigi, per raccontare la sua straordinaria storia e presentare il suo
lavoro in maniera ampia e strutturata.
L’esposizione è un importante tributo internazionale alla sua carriera, con oltre 200 fotografie.
La mostra, realizzata da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e Tre Oci con Marsilio Arte,
è prodotta da Atelier Sabine Weiss – Laure Delloye Augustins, con il sostegno di Jeu de Paume
del Festival internazionale Les Rencontres de la photographie d’Arles e Photo Elysée sotto l’alto
patronato del Consolato generale di Svizzera a Milano.
La curatela è di Virginie Chardin.
Gli scatti esposti a Palazzo Ducale nella Loggia degli Abati ripercorrono, insieme a diverse
pubblicazioni e riviste dell'epoca, il lavoro della fotografa, dagli esordi nel 1935 agli anni 2000.
Come testimoniano in mostra le foto dei bambini e dei passanti, fin dall'inizio, Sabine Weiss
dirige il suo obiettivo sui corpi e sui gesti, immortalando emozioni e sentimenti, in linea con la
fotografia umanista francese. È un approccio dal quale non si discosterà mai, come si evince
dalle sue parole: «Per essere potente, una fotografia deve parlarci di un aspetto della condizione
umana, farci sentire l'emozione che il fotografo ha provato di fronte al suo soggetto».
Nata Weber a Saint-Gingolph, in Svizzera, il 23 luglio 1924, Sabine, che prenderà il cognome
del marito, il pittore americano Hugh Weiss (Philadelphia, 1925 – Parigi, 2007), si avvicina alla
fotografia in giovane età. Compie l’apprendistato presso i Boissonnas, una dinastia di fotografi
che lavorano a Ginevra dalla fine del XIX secolo. Nel 1946 lascia Ginevra per Parigi e diviene
l'assistente di Willy Maywald, fotografo tedesco specializzato in moda e ritratti. Quando sposa
Hugh, nel 1950, intraprende la carriera di fotografa indipendente. Insieme, si trasferiscono in un
piccolo studio parigino e frequentano la scena artistica del dopoguerra.
Uno dei nuclei principali della rassegna “Sabine Weiss. La poesia dell’istante” racconta proprio
gli anni ’50 del Novecento, momento del riconoscimento internazionale della fotografa. Nel
1952, infatti, la sua carriera ha una svolta decisiva quando entra nell'agenzia Rapho, su
raccomandazione di Robert Doisneau. Dal 1953 in poi le sue fotografie sono pubblicate da
grandi giornali internazionali come “Picture Post”, “Paris Match”, “Vogue”, “Le Ore”, “The New
York Times”, “Life”, “Newsweek”. Nello stesso anno Weiss partecipa alla mostra "Post War
European Photography" al Museum of Modern Art di New York (MoMA) e nel 1954 l'Art Institute
di Chicago le dedica un’importante personale. Nel 1955 tre dei suoi scatti sono scelti da Edward
Steichen per la storica antologica “The Family of Man", al MoMA di New York.
Dal 1952 al 1961 Sabine Weiss collabora con “Vogue”, accanto a fotografi come William Klein,
Henry Clarke e Guy Bourdin, realizzando alcuni memorabili servizi di moda, di cui in mostra
sono esposti vivaci scatti a colori insieme a una quindicina di numeri originali della celebre
rivista.
Una sezione del percorso è dedicata ai suoi ritratti di pittori, scultori, attori e musicisti. Per cinque
anni, Hugh Weiss è il mentore dell’artista Niki de Saint Phalle, mentre Sabine è vicina ad Annette
Giacometti, la moglie del grande scultore Alberto. In mostra non mancano i loro ritratti accanto
a quelli di altre personalità come Robert Rauschenberg, André Breton, Alberto Giacometti, Niki
de Saint-Phalle, Anna Karina, Françoise Sagan, Romy Schneider, Ella Fitzgerald, Simone
Signoret, Brigitte Bardot.
L’America, raggiunta nel 1955 sul transatlantico Liberté in compagnia del marito Hugh, la
impressiona fortemente, e i suoi scatti brulicanti di dettagli realizzati nelle strade di New York,
dal Bronx ad Harlem, da Chinatown alla Ninth Avenue, sono pubblicati dal “New York Times” in
un ampio servizio dal titolo "I newyorkesi (e la Washington) di una parigina". Sono immagini che
raccontano l’America con un punto di vista francese, dall’umorismo spiccato.
Il percorso riserva ampio spazio anche ai lavori realizzati da Weiss negli anni ’80 e ‘90, all’età
di sessanta e settant’anni, durante i suoi viaggi nell’Isola di Réunion, in Portogallo, India,
Birmania, Bulgaria, Giappone, Polonia ed Egitto. Come osserva la curatrice Virginie Chardin,
«ciò che colpisce lo spettatore è la sensazione di isolamento e a volte di tenera tristezza che
queste fotografie tarde emanano, in cui bambini e anziani sono accomunati dalla loro fragilità.
Una melancolia e qualche volta cupa austerità emergono da queste immagini, in contrasto con
la personalità vivace e giocosa della fotografa, sulla quale il tempo sembra non avere presa».
Oltre alle fotografie, in mostra sono presentati anche alcuni estratti da film documentari a lei
dedicati ("La Chambre Noire" di Claude Fayard,1965; “Sabine Weiss” di Jean-Pierre Franey,
2005; "Il mio lavoro come fotografa" di Stéphanie Grosjean, 2014) nei quali la fotografa ha
raccontato, in diversi periodi della sua vita, il suo percorso artistico, le sue esperienze di viaggio
e la difficoltà di essere una fotografa donna. La forza della sua curiosità per il mondo e la sua
gioia di vedere e documentare fanno di Sabine Weiss un simbolo di coraggio e di libertà per
tutte le donne fotografe.
Il catalogo, pubblicato da Marsilio Arte, propone molte immagini inedite, i testi di Virginie
Chardin, curatrice della rassegna, e di Denis Curti, direttore artistico della Casa dei Tre Oci.
Informazioni utili per la visita
Orari: lunedì dalle 14.00 alle 19.00. Da martedì a domenica dalle 9.00
alle
19.00 (ultimo ingresso
ore 18.00).
Biglietti: intero € 14, ridotto € 12.
Telefono: +39.010.8171600
E-mail:
[email protected]
Sito web: Palazzo
Ducale |